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Entra nel mondo di Giorgio Gaber

L'Archivio Giorgio Gaber è un viaggio nell’arte e nel pensiero del "Signor G.", autentico protagonista della cultura italiana. La Fondazione Gaber ha raccolto materiali unici e inediti: testi, video, interviste e documenti che ripercorrono ogni fase della sua carriera, dagli esordi milanesi ai successi televisivi e al Teatro Canzone.

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Il teatro canzone

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Il teatro d’evocazione

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Gaber televisivo

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Giorgio Gaber e Sandro Luporini

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Gaber e Mina

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Gaber e Enzo Jannacci

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Scopri l’Archivio Gaber: immergiti nella rassegna stampa, in tutta la discografia di Gaber, nei filmati video, nel repertorio fotografico, e tanto altro.

INFANZIA

INFANZIA

1939 - 1950

Giorgio Gaberscik nasce a Milano il 25 gennaio 1939 come secondogenito di una famiglia piccolo-borghese. Il padre Guido Gaberscik e la madre Carla Mazzoran, dopo essersi conosciuti e sposati in Veneto, si erano trasferiti in Lombardia a metà degli anni '30 in cerca di fortuna. L'infanzia di Giorgio è presto segnata da alcuni problemi di salute: a nove anni contrae la poliomielite, che gli provoca una lieve paralisi al braccio sinistro. Durante il periodo di convalescenza, per esercitare le dita e riacquisire la normale mobilità della mano, il padre decide di regalargli una chitarra. Da adulto, Giorgio Gaber dirà: «Tutta la mia carriera di musicista nasce da questa malattia».
ANNI '50

ANNI '50

1950 - 1960

Durante la sua prima giovinezza, Gaber si forma ascoltando musica dal vivo in alcuni locali di Milano, come il Santa Tecla e l'Hot Club. Nel 1959 conosce il pittore toscano Sandro Luporini, il quale più di ogni altro lo influenzerà diventando coautore di tutta la sua produzione discografica e teatrale dal 1970 in poi. Alla fine degli anni '50 entra nel gruppo dei Rock Boys di Adriano Celentano, e viene notato dal giovane produttore discografico Nanni Ricordi, con cui incide quattro canzoni firmate con il nome d'arte Giorgio Gaber. Nel 1959 insieme all'amico Enzo Jannacci fonda il duo I due Corsari.
ANNI '60

ANNI '60

1960 - 1970

Negli anni '60 Gaber raggiunge il successo con il singolo Non arrossire e collabora con Umberto Simonetta realizzando alcune delle canzoni di maggior successo come "Trani a Gogò" e "Porta Romana" e La ballata del Cerutti. A seguito di questi successi appare in vari spettacoli televisivi e partecipa a quattro edizioni del Festival di Sanremo. Negli ultimi anni '60, stanco delle dinamiche ormai troppo stringenti della televisione, decide di cercare nuove forme di espressione teatrale.
ANNI '70

ANNI '70

1970 - 1980

Il 1970 è l'anno della svolta. Gaber decide di rinunciare definitivamente al successo televisivo e di cercare un nuovo contesto in cui collocare le proprie canzoni: il teatro, inventando il genere più originale e rappresentativo della sua produzione musicale che prende il nome di "Teatro-Canzone". Gli spettacoli dei primi anni '70 affrontano i temi dell'alienazione, della solitudine e del disagio individuale. Il successo della nuova formula dello spettacolo con canzoni inframmezzate da monologhi e racconti fu immediato e crescente. Durante i primi 10 anni di attività teatrale Gaber calca i palchi di tutta Italia mettendo in scena un nuovo spettacolo ogni anno.
ANNI '80

ANNI '80

1982 - 1990

Durante gli anni Ottanta, a seguito di "Polli di allevamento" che segna una forte frattura con il movimento politico giovanile, Gaber e Luporini cambiano registro. Gli spettacoli hanno a tema una ricerca più individuale e si concentrano principalmente sull'analisi dei sentimenti personali. Il tema sociale viene lasciato per il momento in disparte per dare spazio a motivi più intimistici. Le rappresentazioni di questo periodo vengono definite "Teatro d'Evocazione": sul palcoscenico non viene più rappresentata un'alternanza di monologhi e racconti, ma l'attore, solo sulla scena, riflette e comunica i propri pensieri attraverso un racconto ininterrotto, narrato e vissuto allo stesso tempo.
ANNI '90

ANNI '90

1990 - 2000

Gli anni '90 rappresentano l'ultimo periodo della carriera teatrale di Giorgio Gaber. Sono anni in cui la politica torna ad occupare una posizione centrale all'interno degli spettacoli, Gaber e Luporini non mancano di occuparsi criticamente dei danni apportati dal consumismo e in particolare dalla televisione. Il 13 aprile 2001 Gaber pubblica un disco interamente realizzato in studio, dal titolo La mia generazione ha perso. L'album contiene canzoni tratte da spettacoli precedenti e alcuni brani inediti, tra cui "La razza in estinzione", in cui compare la frase che dà il titolo al disco. Ormai segnato profondamente dalla malattia, decide comunque di coinvolgersi nella realizzazione di un nuovo album dal titolo Io non mi sento italiano, pubblicato postumo il 24 gennaio 2003. Anche in questo caso, il successo è enorme e per sei settimane l'album scala le vette delle classifiche di vendita. Da tempo malato, Giorgio Gaber muore il 1° gennaio 2003 a Montemagno, in provincia di Lucca. Oggi il corpo riposa presso il Cimitero Monumentale di Milano.
Fondazione Gaber

Fondazione Gaber

2006 - oggi

Nel 2006 nasce la Fondazione Giorgio Gaber che prosegue l'attività svolta dall'omonima associazione nata all'indomani della scomparsa dell'artista, con un preciso obiettivo: Lavoriamo perché le parole di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, oggi più che mai attuali, possano continuare a generare la curiosità per le cose della vita e il tarlo di una riflessione senza compromessi, accomodamenti e finzioni, regalando un'occasione unica di confronto, di crescita e di arricchimento. Il dono, prezioso, del dubbio e dell'esercizio del pensiero. A dicembre 2021 riapre, dopo 22 anni, il rinnovato Teatro Lirico di Milano, oggi intitolato Teatro Lirico Giorgio Gaber.
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40 anni
di carriera

Ripercorri tutte le fasi della carriera artistica di Giorgio Gaber: dai primissimi esordi nei locali di Milano al rock con Adriano Celentano, dal sodalizio artistico e surreale con l’amico Jannacci agli iconici duetti con Mina e alle canzoni con Maria Monti. Dagli anni della popolarità televisiva al teatro, con l’invenzione, insieme a Sandro Luporini, del Teatro Canzone, piena espressione del suo impegno politico e culturale.

1958-2004

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Rassegne stampa

Milano per Gaber

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Festival Gaber

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Archivio
Fondazione Gaber

Scopri una sinfonia di voci che raccontano Giorgio Gaber attraverso ricordi e testimonianze uniche. In questa sezione, amici, colleghi e artisti che hanno condiviso con lui momenti di vita e palcoscenico celebrano l'uomo e l'artista in una serie di video esclusivi. Inoltre, troverai i materiali delle varie edizioni del Festival Gaber e di Milano per Gaber, eventi che continuano a mantenere viva la sua eredità culturale e artistica.

Come nasce
il progetto
Archivio storico

L’Archivio storico Giorgio Gaber è un progetto nato per catalogare, conservare e divulgare l’opera di uno dei più grandi protagonisti della cultura italiana, frutto di un anno di lavoro intenso e appassionato in collaborazione con Archiui Promemoria e Sernicola Labs, e con il sostegno di Fondazione Cariplo e del Ministero della Cultura.

L’Archivio raccoglie materiali inediti e preziosi: testi, video, interviste e documenti che raccontano ogni fase della carriera di Gaber, dagli esordi nei locali milanesi ai successi televisivi, fino all’invenzione del Teatro Canzone, l’espressione più alta del suo impegno culturale e politico. L’obiettivo è rendere accessibile questo patrimonio al pubblico più ampio possibile, con un’attenzione particolare ai giovani. Attraverso pubblicazioni, attività didattiche, mostre, rassegne, festival, spettacoli teatrali e l’uso dei media moderni come web e social, la Fondazione Gaber conferma la vitalità del suo impegno culturale con l’Archivio Gaber: un progetto vivo, nato per custodire e far rivivere l’eredità culturale del "Signor G.", continuando a ispirare e stimolare il dialogo su musica, spettacolo e cultura.

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